Ascesso e
fistola anale
La patologia ascessuale e fistolosa dell’ano e della regione perianale è una situazione molto variabile nelle cause e nei modi di presentazione e nella sintomatologia generata e rappresenta un capitolo molto ampio della patologia proctologica che è estremamente difficile sintetizzare in questa pagina. Data questa variabilità clinica anche il trattamento è estremamente vario e articolato e deve essere discusso da caso a caso e ritagliato individualmente su ogni paziente. Ne risulta una strategia terapeutica di estrema complessità e una sfida medico-chirurgica spesso molto impegnativa e duratura che implica un rischio di recidiva e di incontinenza da non sottovalutare.
Sintetizzando l’ascesso rappresenta la fase acuta e la fistola la fase cronica della malattia.
L’ascesso si genera in circa la metà dei casi da infezione delle ghiandole cutanee (pilifere e sudoripare) presenti in abbondanza nella cute della regione perianale, quindi un’infezione dall’esterno, mentre nell’altra metà dei casi si genera da infezione a partenza dalle cripte anali presenti all’interno del canale anale (ascesso criptoghiandolare) e quindi un’infezione dall’interno.
In tutti i casi comunque la sintomatologia è contraddistinta da forte dolore, costante e permanente con carattere di pulsazione e da una tumefazione dolorosa alla pressione, arrossata e calda per l’estesa reazione infiammatoria. La sintomatologia recede quasi esclusivamente dopo la fuoriuscita del pus dalla cavità ascessuale. Tale fuoriuscita può essere spontanea (perforazione spontanea) o indotta da incisioni chirurgiche (drenaggio chirurgico). Solo in rari casi l’ascesso scompare con terapia antibiotica e solo quando è in fase molto iniziale o molto piccolo e non sotteso da fistola nel qual caso è solo un miglioramento temporaneo.
Nei casi di infezione dall’esterno, l’incisione, il drenaggio e lo svuotamento dell’ascesso sono risolutivi e portano a guarigione completa anche se non sono rare le recidive. Nei casi invece di ascessi criptoghiandolari (infezione dall’interno) si assiste a questo punto alla formazione della fistola anale, quindi ad una comunicazione tra l’interno dell’ano (dove è cominciata l’infezione) e l’esterno (dove si è formato l’ascesso). Tale comunicazione costituisce il cosiddetto tramite fistoloso. Il successivo trattamento della fistola rappresenta il punto cruciale dell’intero trattamento in quanto le fistole possono avere posizioni disparate ed estensioni molto varie e interessare altre strutture anatomiche. La terapia della fistola è sempre di tipo chirurgico. In genere c’è bisogno di un periodo di preparazione in cui nella fistola si inserisce un filo di gomma (setone) per poi puntare alla rimozione completa della fistola in un secondo momento. La rimozione può avvenire attraverso numerose tecniche chirurgiche diverse (fistulotomia, fistulectomia, flap mucoso o muscolare, sfinterotomia e sfinteroplastica, LIFT, laserterapia), scelte in base alle caratteristiche della fistola.
"Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. Ricordiamo a tutti i pazienti visitatori che in caso di disturbi e/o malattie è sempre necessario rivolgersi al proprio medico di base o allo specialista."